Arthose al ginocchio
Gonartrose:
Protesi al ginocchio
High Tech nella sala operatoria
Navigazione computerizzata mini-invasiva Indice:
I. Introduzione sull'artrosi del ginocchio (gonartrosi)
- 1.1 Meccanismi d'insorgenza della gonartrosi
- 1.2 La sintomatologia della gonartrosi
II. La terapia della gonartrosi
- 2.1 Terapia conservativa
- 2.2 Terapia operatoria
- 2.2.1 Procedimenti artroscopici
- 2.2.2 Osteotomia valgizzante o varizzante
- 2.2.3 Protesi del ginocchio
-
2.2.3.1 Introduzione
-
2.2.3.2 Quanto successo ha questo trattamento?
-
2.2.3.3 High Tech nella sala operatoria navigazione computerizzata
-
2.2.3.4 Gli strumenti della navigazione Stryker-Leibinger
-
-
I. Introduzione sulla gonartrosi (artrosi del ginocchio)
L'artrosi sta assumendo fra le patologie ortopediche un'importanza sempre maggiore, diventando per cosi' dire una malattia sociale. E' per questo motivo che ci occupiamo di questa malattia. L'artrosi é una patologia della cartilagine articolare, la quale riveste nelle articolazioni del corpo umano l'osso dell'articolazione sotto forma di strato di scorrimento, garantendo cosi' un movimento articolare privo d'attrito. Nell'artrosi, per cause di varia natura, si verifica un prematuro ed eccessivo consumo della cartilagine articolare. E' evidente che un'usura prematura della cartilagine dell'articolazione (=artrosi) puo' quindi colpire una qualsiasi articolazione del corpo umano, tuttavia i meccanismi d'insorgenza e le possibilita' di trattamento variano da articolazione ad articolazione. In questo articolo ci occupiamo della diagnosi e della terapia dell'artrosi del ginocchio (=gonartrosi), approfondendo specialmente la tecnica d'impianto computer-assistita di una protesi al ginocchio.
1.1 Meccanismi d'insorgenza della gonartrosi
L'artrosi e' caratterizzata da un'eccessiva e prematura usura della cartilagine articolare. A causa della progressiva mancanza dello strato di scorrimento cartilagineo, nell'ultimo stadio dell'artrosi si ha uno sfregamento osso su osso. Cio' da' luogo ad infiammazioni e a forti dolori nell'articolazione colpita.
Vi sono diversi fattori che possono favorire l'insorgere di una gonartrosi. Le cause generali di una patologia degenerativa dell'articolazione (artrosi) sono ad esempio la fragilita' della cartilagine articolare di origine ereditaria (artrosi primaria), cosi come i disturbi del metabolismo, i sovraccarichi, i traumi, le infiammazioni e anche i processi legati all'invecchiamento (artrosi secondarie). E' importante notare a questo riguardo che i sintomi dell'invecchiamento sono dovuti anche a processi degenerativi, ma che questi non danno luogo alle artrosi in senso stretto. Un'articolazione normale è efficiente fino all'eta' avanzata, e quindi l'artrosi non è affatto un normale e inevitabile sintomo dell'invecchiamento. Inoltre, la sollecitazione dell'articolazione per attivita' sportive, lavori pesanti, ecc. è fisiologica: le articolazioni sane sopportano tranquillamente queste sollecitazioni fino all'eta' avanzata senza riportare alcun danno. Le artrosi insorgono generalmente per danni preesistenti alle articolazioni, ereditari o acquisiti, in particolare per i danni alla cartilagine. Questa non riesce piu' a far fronte alla normale sollecitazione meccanica e viene infine distrutta per l'usura puramente meccanica.
Nell'articolazione del ginocchio vi sono diversi fattori (le cosiddette preartrosi) che possono favorire l’insorgere di un’artrosi del ginocchio (gonartrosi). Di notevole importanza sono le alterazioni dell’asse. In caso di pronunciata deviazione dell’asse delle gambe si verifica una sollecitazione unilaterale dell’articolazione del ginocchio. Di conseguenza tutte le forze agiscono prevalentemente su una sola parte del ginocchio (nelle ginocchia a O sulla parte interna mediale dell’articolazione, nelle ginocchia a X sulla parte esterna laterale) e non vengono distribuite in maniera uniforme sulla superficie dell’articolazione. Un sovraccarico unilaterale della superficie dell’articolazione del ginocchio per diversi anni porta all’usura della cartilagine in questa zona. Si parla anche di gonartrosi valga (per le ginocchia a X) o gonartrosi vara (per le ginocchia a O).
Un esempio evidenzia l’importanza della distribuzione uniforme della pressione nell’articolazione: le scarpe con tacchi anche bassi concentrano il peso complessivo del corpo umano su una superficie molto ridotta (i cosiddetti punti di pressione), mentre le scarpe a suola piatta distribuiscono il peso. Dopo fratture del femore o della tibia con estensione fino alla superficie articolare, vi è la possibilità da un lato che sia stata danneggiata la cartilagine, dall’altro che dopo la guarigione della frattura vi sia una ritrazione nell’articolazione. Con le sollecitazioni quotidiane, queste irregolarità della superficie dell’articolazione favoriscono la formazione e l’aumento di una gonartrosi. Anche un’instabilità cronica nell’articolazione del ginocchio, causata da uno strappo dei legamenti crociati, dei legamenti laterali, o da una lesione del menisco o di più strutture contemporaneamente, può predisporre allo sviluppo di una gonartrosi. Anche nelle articolazioni dei soggetti emofilici (accumulo di sangue nell’articolazione dovuto ad una notevole carenza dei fattori di coagulazione), nel morbo di Ahlbaeck (osteonecrosi asettica del condilo femorale mediale) o nella cattiva guarigione di una osteonecrosi dissecante si può formare un’artrosi dell’articolazione del ginocchio. In tutte queste lesioni e patologie prevalgono i fattori meccanici. Una gonartrosi può formarsi tuttavia anche in seguito ad un evento infiammatorio, con la distruzione quasi totale della cartilagine articolare dovuta a processi favoriti dall’infiammazione.
1.2 La sintomatologia della gonartrosi
Sintomatiche per lo sviluppo di una gonartrosi sono le precedenti lesioni dell’articolazione del ginocchio associate alla progressiva comparsa di dolori cronici. Tipico è il dolore da rigidità, che si attenua dopo una breve fase di riscaldamento dei muscoli e dei legamenti, e il dolore da affaticamento dopo una prolungata sollecitazione del ginocchio. Con l’evolversi della patologia, nei casi di gonartrosi di grado elevato, il paziente accusa dolori anche a riposo. Col progredire della patologia si verificano inoltre ricorrenti versamenti al ginocchio e difficoltà nella flessione ed estensione totale nonché un surriscaldamento dell’articolazione. Come segno della reazione infiammatoria, generalmente la capsula articolare del ginocchio risulta leggermente ingrossata. Nelle artrosi che colpiscono solo una parte dell’articolazione (come ad esempio nella gonartrosi vara o valga) colpisce la posizione errata dell’asse delle estremità interessate. Il decorso della malattia è alterno, ma progredisce in modo lento e continuo.
Anche le radiografie evidenziano alterazioni dell’articolazione. Il primo segno della gonartrosi visibile radiologicamente è il restringimento dello spazio articolare dovuto alla mancanza di cartilagine. Nell’ulteriore decorso si evidenziano i cosiddetti osteofiti marginali e un ispessimento dell’osso in prossimità della cartilagine. Questi segni devono essere interpretati come una reazione del corpo per sostituire la cartilagine articolare mancante. La „riparazione“ non può tuttavia essere eseguita nei punti necessari, poiché questa regione è soggetta a sollecitazione continua. Nell’ultimo stadio della gonartrosi, dalla radiografia sono inoltre visibili cisti ossee fino ad un’accentuata deformazione dell’articolazione (Figura 1).
(Figura 1) Pangonarthrose vara: Radiologicamente colpisce la posizione errata dell’asse dell’estremità inferiore. Inoltre è visibile il restringimento dello spazio articolare interno (1), dovuto alla mancanza di cartilagine, i cosiddetti osteofiti marginali e un ispessimento dell’osso in prossimità della cartilagine (2), la sclerosi subcondrale (3) e la calcificazione del menisco interno (4)
II. La terapia della gonartrosi
2.1 Terapia conservativa
Agli inizi della malattia, le terapie fisiche, la ginnastica correttiva e le iniezioni intrarticolari con farmaci analgesici e antinfiammatori possono alleviare i sintomi. La prevenzione mediante riduzione della sollecitazione, per esempio con un mezzo ausiliare di deambulazione, è assolutamente necessaria, e diventa comunque spesso irrinunciabile a causa dei forti dolori.
Le ginocchiere e le guide possono essere d’aiuto per stabilizzare l’articolazione instabile del ginocchio e quindi ridurre i dolori. L’obbiettivo della terapia conservativa si deve tuttavia limitare esclusivamente alla riduzione del dolore, non essendo possibile arrestare in maniera decisiva il progredire dell’artrosi.
2.2 Terapia operatoria
2.2.1
Procedimenti artroscopici
Sono disponibili diversi metodi che si distinguono nettamente nei loro principi. Nell’artrosi iniziale conviene innanzitutto farsi un quadro esatto dell’entità dell’artrosi mediante un esame artroscopico del ginocchio, poiché anche i moderni procedimenti di esame come la risonanza magnetica (MRI) o la tomografia computerizzata non sono a tutt'oggi in grado di sostituire l’occhio del chirurgo. Nell’ambito dell’artroscopia diagnostica è possibile effettuare una cosiddetta pulizia dell’articolazione, vale a dire rimuovere tessuti superflui, come un menisco sfilacciato, frammenti di cartilagine, ecc. ed effettuare un “lavaggio” dell’articolazione. Nel corso di questo intervento può essere rimossa anche la cartilagine articolare dannosa. Eventuali precedenti lesioni che danno luogo ad un’instabilità del ginocchio e in secondo luogo ad un’artrosi, come lo strappo dei legamenti crociati o la rottura del menisco, possono essere riparati per ostacolare un’eventuale rapida progressione dell’artrosi. Questi procedimenti sono adatti tuttavia solo per alleviare i sintomi della gonartrosi, non sono invece in grado di dare una svolta decisiva allo sviluppo dell’artrosi nel senso di un miglioramento.
Il fattore decisivo è tuttavia lo stimolo a ricoprire i punti cartilaginei danneggiati o le superfici ossee già scoperte con un tessuto cartilagineo sostitutivo. Questo obbiettivo può essere raggiunto sia con i cosiddetti shaving, con l’abrasione dell’osso e anche con le cosiddette microfratture, spesso combinando tutti e tre questi procedimenti. Il metodo rimane tuttavia ancora discusso, poiché la cartilagine sostitutiva che si forma è una cartilagine “scadente” che non resiste alle sollecitazioni nell’articolazione del ginocchio. L’utilità di questi procedimenti è quindi da vedere piuttosto nella possibilità di poter guadagnare tempo fino all’impianto definitivo della protesi. Questa alternativa è di particolare interesse per i pazienti giovani, nei quali, in considerazione dell’età, l’impianto di una endoprotesi è ovviamente fuori questione.
2.2.2 Osteotomia valgizzante o varizzante
Nei pazienti con un’artrosi in un compartimento articolare dovuta a distorsione dell’asse (ginocchia a X, ginocchia a O) è possibile correggere l’asse delle gambe mediante una cosiddetta osteotomia valgizzante o varizzante. Con un taglio nell’osso (a seconda del tipo di artrosi e dell’accentuazione il femore o la tibia) l’asse della gamba viene modificata in maniera tale che dopo l’operazione il paziente abbia il carico sul lato sano dell’articolazione del ginocchio. In breve, si trasformano le ginocchia a O in ginocchia a X, e la parte artritica dell’articolazione viene così soggetta ad una sollecitazione decisamente minore; la superficie cartilaginea ammalata ha così la possibilità di riprendersi (Figura 2).
(Figura 2) Correzione dell’asse varo della gamba (ginocchia a O) con una osteotomia di valgizzazione prossimale aperta della tibia con una piastra Surefix. L’asse della gamba viene modificata in maniera tale che dopo l’operazione il paziente abbia il carico sul lato sano dell’articolazione del ginocchio diminuendo sia i dolori che il decorso dell’artrosi nella parte interna del ginocchio.
Grazie a questo tipo di operazione, il paziente può riprendere le sue attività quotidiane e sportive a buon livello ben presto e senza problemi. E se l’intervento è eseguito quando l’artrosi non è ancora molto avanzata ad entrambi i compartimenti dell’articolazione, il paziente può posticipare il momento di sostituire l’articolazione con una protesi ad almeno 10-15 anni.
2.2.3 Protesi del ginocchio
Come ultima possibilità sicura per trattare i dolori del paziente e per migliorare la funzionalità della gamba rimane solo la sostituzione definitiva delle superfici articolari mediante una protesi (endoprotesi totale TEP, vedi figura 3).
L’obbiettivo dell’endoprotesi totale è quello di liberare il paziente dai dolori quotidiani e di migliorare la funzione delle sue estremità inferiori. I progressi compiuti nello studio dei materiali ed il continuo perfezionamento delle tecniche operatorie hanno tolto all’intervento i timori degli inizi della protetica del ginocchio. Nel frattempo la durata della protesi del ginocchio è stata fortemente aumentata, cosicché una protesi può rimanere impiantata senza problemi fino a 20 anni (per 10 anni 80-95%).
(Figura 3) Documentazione radiografica dopo avere impiantato una protesi totale con la navigazione computerizzata Stryker/Leibinger al ginocchio sinistro.
2.2.3.1 Quanto successo ha questo trattamento?
L’articolazione artificiale del ginocchio è migliore di quanto non sia la sua fama. Mediante la sostituzione delle superfici cartilaginee con superfici in metallo (per esempio la protesi Scorpio della ditta Stryker è di cobalto e cromo) e con un polietilene in plastica (in Inglese viene chiamato “UHMWPE”, Ultra-high molecular weight polyethylene), il dolore può essere generalmente tolto in modo efficace, soprattutto per le sollecitazioni quotidiane.
Anche un’attività sportiva ragionevole può essere svolta senza problemi (nuoto, ciclismo, golf, sci, sci di fondo, ecc.). Sono invece sconsigliate sollecitazioni maggiori come gli sport da contatto, la maratona, ecc. per via del rischio di un allentamento della protesi ed anche per la maggiore usura del polietilene. Con una buona tecnica operatoria e un uso corretto del “nuovo ginocchio” da parte del paziente, i risultati dopo interventi di questo tipo risultano molto soddisfacenti. La metodologia operatoria computer-assistita acquista sempre maggiore rilevanza nella chirurgia ortopedica conservativa e sostitutiva delle articolazioni.
2.2.3.2 High Tech nella sala operatoria – navigazione computerizzata
Come già accennato all’inizio, negli ultimi anni la ricerca ha ottenuto molti risultati importanti. Gli enormi progressi compiuti riguardano in particolare i materiali usati, la conoscenza dei processi biomeccanici nell’articolazione del ginocchio, ma anche un miglioramento delle tecniche operatorie. Il posizionamento corretto e preciso dei componenti femoro-tibiali rispetto alla linea articolare originaria, la definizione precisa del piano di resezione in flessione ed estensione, la considerazione della tensione legata alla lassità legamentosa, nonché la regolazione corretta della rotazione dei componenti femorali e l’analisi intra-operatoria della cinematica del ginocchio sono le premessi principali per ottener un risultato perfetto per i pazienti e per il chirurgo.
Dal punto di vista tecnico ciò non è sempre semplice neanche per un chirurgo esperto. Statisticamente, il 20% delle endoprotesi totali del ginocchio comportano disturbi persistenti, come dolori femoro-patellari, instabilità della protesi e una diminuzione della mobilità del ginocchio (artrofibrose). Il 5-8% di questi risultati sub-ottimali sono dovuti ad un ripristino scorretto dell’asse meccanico dell’arto, ad una posizione incorretta rotatoria della protesi femorale o tibiale, o ad un’insufficiente stabilità dell’apparato legamentoso collaterale.
L’impianto computer-assistito di una protesi del ginocchio permette invece un ripristino perfetto dell’asse meccanico dell’arto, della rotazione della protesi e dell’equilibrio dell’apparato legamentoso durante tutto il movimento del ginocchio. I vantaggi della navigazione computer-assistita negli interventi al ginocchio sono molteplici: il sistema diventa l’assistente del chirurgo nel rifacimento totale del ginocchio (TKR – Total Knie Replacement). Con l’aiuto del computer, l’operatore è in grado di controllare tutti i passi importanti durante l’intervento e di impiantare la protesi con una precisione di 0.5 mm. Durante l’operazione il chirurgo può verificare la solidità dell’apparato legamentoso in tutta l’escursione articolare. Il sistema non necessita di esami onerosi prima dell’intervento, come TAC o risonanza magnetica, poiché tutti i dati necessari al sistema di navigazione non provengono dalle radiografie, ma sono immessi nel sistema durante l’operazione con trasmissione infrarossa sulla base dell’anatomia del paziente. Tutti i dati del paziente rilevanti per la navigazione vengono autoarchiviati nel sistema informatico.
Esistono diversi tipi di navigazione computer-assistita. Il sistema attivo e cordless della ditta Stryker-Leibinger è uno dei sistemi piu` avanzati a livello mondiale ed è molto semplice da utilizzare. Questo sistema è un sistema aperto, che permette di utilizzare protesi del ginocchio di diverse ditte protetiche. Questo sistema di navigazione permette quindi una localizzazione tridimensionale di strumenti e impianti rispetto ai diversi assi d’intervento specifici.
Grazie a questo sistema è inoltre possibile rilevare e visualizzare durante l’operazione tutti i punti di riferimento anatomici necessari a un corretto inserimento della protesi nell’asse frontale, sagittale e assiale. Questi permettono di visualizzare i tagli e la rotazione durante l’intervento e soprattutto di controllare i risultati del taglio e della rotazione, e se sulla base della sua esperienza il chirurgo non è soddisfatto del risultato del calcolo, questi possono essere corretti subito senza particolare lavoro aggiuntivo. Le comuni tecniche d’impianto tradizionali impiegano mezzi ausiliari d’allineamento meccanici intramidollari o extramidollari per ottenere il corretto allineamento della protesi. La precisione di questi sistemi è tuttavia limitata. Ciò è dovuto da un lato al fatto che l’allineamento dipende più dalla misurazione a occhio del chirurgo che non da punti di riferimento oggettivi, dall’altro lato al fatto che il posizionamento dei blocchi di taglio non è possibili in modo continuo ma solo a distanze preimpostate. Ricordiamo che ciò avviene senza bisogno di radiografie pre-operatorie durante la fase di pianificazione o d’intervento.
Il miglioramento della precisione delle resezioni intra-operatorie, il posizionamento rotatorio ottimale della protesi, nonché il rapporto di tensione corretto delle strutture legamentose collaterali costituiscono i migliori presupposti per un impianto accurato e una durata prolungata dell’endoprotesi. Il sistema di navigazione computerizzata Stryker-Leibinger offre una precisione estrema che abbinata all’esperienza, alla pratica e alla sensibilità del chirurgo facilita notevolmente l’inserimento della protesi nella posizione ottima per il paziente.
Un’ulteriore conquista della navigazione computerizzata è che la stabilità dei legamenti nell’intera area di movimento del ginocchio (cinematica, vedi illustrazione 5 e 10) può essere misurata anch’essa durante l’operazione. Anche la stabilità dei legamenti nell’articolazione del ginocchio è d’importanza decisiva per quanto concerne la durata di una protesi del ginocchio. Così la tensione del legamento laterale del ginocchio all’interno e all’esterno dovrebbe presentare dopo l’operazione la stessa tensione (cosiddetto bilancio legamentoso), per prevenire instabilità e conseguenti sollecitazioni disuguali con il rischio di un prematuro allentamento della protesi. Con l’aiuto del sistema di navigazione Stryker-Leibinger, durante l’operazione diventa possibile per la prima volta posizionare la protesi in maniera esatta per mezzo di dati digitali oggettivi e „registrare“ un equilibrato bilancio legamentoso.
2.2.3.3 Gli strumenti della navigazione Stryker-Leibinger
Per vedere in dettaglio gli strumenti della navigazione minimale invasiva.2.2.3.4 Impianto di una protesi del ginocchio con il sistema di navigazione Stryker
Nelle seguenti immagini si dimostra come avviene l’impianto di una protesi al ginocchio con il sistema di navigazione computer-assistita della ditta Stryker-Leibinger per una gonartrosi vara (vedi esempio nella figura 1 ed il risultato finale nella figura 3).
Per vedere in dettaglio l'impianto di una protesi con la navigazione minimale invasiva.
2.2.3.5 Riprese video postoperatorie
In questi video si possono vedere pazienti, che hanno dato gentilmente il loro permesso, dopo l'impianto di una protesi al ginocchio:
2.2.3.6 Minimally Invasive Surgery MIS Navigazione computerizzata
La chirurgia mini-invasiva (MIS= Minimally Invasive Surgery) è la formula magica che permette l’impianto di protesi al ginocchio con una cicatrice minima e molto meno dolori postoperatori accelereranno la riabilitazione. Lo scopo principale di questa nuova tecnica chirurgica è di ridurre il trauma chirurgico e di conservare il più possibile il patrimonio non solo osseo ma anche del tessuto molle. Grazie alla tecnica mini-invasiva si è passati da un’incisione della pelle da 15-18 cm (intervento a cielo aperto) ad un’incisione di solo 10-12 cm. Questo permette dunque di conservare l’apparato muscolare e legamentario nella sua funzione primordiale.
Questa nuova tecnica mini-invasiva può però causare delle complicanze serie soprattutto nei casi d’interventi eseguiti da equipe non specializzate. Operando attraverso un campo di vista minimale il chirurgo inesperto può però rischiare di creare degli errori di posizione e di stabilità della protesi. Grazie all’aiuto della navigazione computerizzata della ditta Stryker, l’impianto di una protesi al ginocchio con questa tecnica mini-invasiva si può operare in modo molto preciso e ottenere dei risultati molto precisi ponendo la protesi in un modo molto preciso con un errore di solo 0.3 mm o di 0.3 gradi.
I vantaggi di questa nuova tecnica operatoria sono non solo una diminuzione dei dolori postoperativi, ma anche un acceleramento del decorso postoperatorio: il paziente cammina dopo 3-4 giorni senza le stampelle e riesce a caricare completamente. Tutto questo però con una posizione ottima della protesi, vale a dire con un corretto ripristino dei rapporti degli assi, della rotazione degli impianti e delle condizioni legamentose, essenziali per la riuscita dell’impianto di una protesi del ginocchio. Anche minime deviazioni potrebbero rappresentare per il paziente dolori per lunghi anni, conseguenti errate sollecitazioni, un prematuro allentamento della protesi, maggiori spese diagnostiche e di medicina riabilitativa ed infine la necessità anzitempo di un nuovo intervento.
La navigazione computerizzata rappresenta un mezzo efficiente ed economico per impiantare la protesi in posizione ottima. Un’esatta posizione della protesi evita i dolori e prolunga i tempi di durata della protesi e ciò potrà permettere inoltre notevoli risparmi finanziari per il sistema sanitario. Il sistema consente di ridurre nettamente gli accertamenti radiologici pre-operatori e potrà ridurre la durata anche dell’intervento chirurgico. La riabilitazione del paziente sarà più rapida, la durata di degenza diminuirà e la durata di vita della protesi dovrebbe essere aumentata grazie ad un innesto più preciso tridimensionale.
Questi aspetti e altri elementi, come la riduzione dei tempi operatori e una più rapida riabilitazione del paziente, contribuiscono ad abbattere la spesa del settore sanitario. È importante far notare che sebbene un sistema di navigazione computerizzata rappresenti un grande aiuto questo non sarà tuttavia mai in grado di sostituire un chirurgo esperto.
2.2.3.7 Impianto di una protesi unicompartimentale minimale invasiva con la navigazione computerizzata
L’impianto di una protesi al ginocchio unicompartimentale è indicato quando:
- l’artrosi del ginocchio è localizzata principalmente in un solo compartimento femorotibiale,
- le strutture legamentarie dell’articolazione sono intatte e
- la cartilagine negl’altri compartimenti è consumata solo minimamente.
Questo è indicato specialmente quando il paziente non più giovane soffre di un’artrosi nella parte interna del ginocchio (la gonartrosi vara), o raramente in quella esterna (la gonartrosi valga) (Figura 4).
(Figura 4) Artrosi del compartimento interno femorotibiale (gonartrose vara).
I nuovi strumenti della protesi unicompartimentale per la chirurgia minimale invasiva permettono con l’aiuto della navigazione computerizzata non solo di avere una buona veduta del campo operatorio ma anche di potere impiantare la componente femorali e tibiali in modo molto preciso. Di solito basta un’incisione della pelle di solo 6-8 cm. Grazie a questi nuovi strumenti chirurgici e a questa nuova tecnica minimale invasiva chirurgica si minimizza il trauma chirurgico sia all’apparato muscolare e legamentario nelle sue funzioni primordiali che a quello osseo, come nell’impianto di una protesi totale.
L’impianto di protesi unicompartimentale al ginocchio con questa nuova tecnica e con una cicatrice minima garantisce molto meno dolori postoperatori e permette una riabilitazione postoperatoria molto veloce. Il paziente può caricare con il peso massimo l’articolazione operata subito dopo l’operazione e quindi puoi lasciare ben presto anche l’ospedale. Con questa nuova tecnica si può quindi cercare di ridurre sia la durata che i costi dell’ospedalizzazione del paziente.
I vantaggi primordiali dell’impianto di una protesi unicompartimentale con la navigazione computeriz-zata sono i seguenti:
- Piccola incisione della pelle
- Intervento con trauma minimo del tessuto molle
- Nessuna lesione del tendine del muscolo quadricipite, con conseguente meno dolori postoperatori
- Nessuna lussazione della rotula, con quindi molto meno dolori postoperatori
- Mantenimento dei legamenti crociato anteriore e posteriore, con quindi il mantenimento inalterato dei riflessi propriocettori
- Impianto molto preciso della componente femorale e tibiale della protesi
- Resezione minimale dell’osso del femore e della tibia. In questo modo è possibile piu’ tardi sostituire la protesi unicompartimentale con una protesi totale senza perdere troppo osso e senza rovinare i legamenti e il tessuto molle
- Conservazione dei legamenti, dell’articolazione contralaterale e dell’articolazione femoropatellare
- Ripristino veloce di un movimento completo del ginocchio e del cammino a carico completo
- Reabilitazione postoperatoria molto veloce
- Degenza ospedaliera più corta
All’ Ospedale dell’Alta Engadina viene eseguita la protesi unicompartimentale al ginocchio (per esempio la protesi unicomparimentale EIUS o UNIX della ditta Stryker, vedi figura 5) con la chirurgia minimale invasiva a cielo aperto e con l’aiuto della navigazione computerizzata “aperta” della ditta Stryker-Leibinger (“Aperta”: significa che grazie alla navigazione computerizzata della ditta Stryker-Leibinger si può usare qualsiasi tipo di protesi indipendente da una ditta particolare, per cui il computer è aperto a qualsiasi tipo di protesi).
A B C
(Figura 5) La protesi unicomparimentale EIUS della ditta Stryker:
Componente femorale (A), tibiale (B) e schema delle componenti (C).
Nelle seguenti immagini si dimostra come avviene l’impianto di una protesi unicompartimentale al ginocchio con il sistema di navigazione computer-assistita della ditta Stryker-Leibinger per una gonartrosi vara. La fase preoperatoria avviene nella stessa maniera come per un paziente candidato per una protesi totale al ginocchio (vedi immagini 0 e 1 alle pagine 15-16).
Per vedere in dettaglio l'impianto di una protesi unicompartimentale con la navigazione minimale invasiva.
2.2.3.8 Riprese video postoperatorie
In questi video si possono vedere pazienti, che hanno dato gentilmente il loro permesso, dopo l'impianto di una protesi al ginocchio:
Per vedere in dettaglio le riprese video prima e dopo l'impianto di una protesi unicompartimentale con la navigazione minimale invasiva.
2.2.3.9 Informazioni per i pazienti sulla fisioterapia
Gonartrose: