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2.2.3.14 Informazioni per il paziente prima dell'impianto di una protesi al ginocchio

(Leggere prima del colloquio informativo)

Gentile paziente,

nel Suo caso, dopo un'accurata anamnesi, visita e valutazione delle radiografie è emersa l’indicazione all’impianto di una protesi di ginocchio.

L’articolazione del ginocchio è composta da tre compartimenti articolari collegati: la superficie articolare mediale (l'articolazione femoro-tibiale mediale), la superficie articolare laterale (l'articolazione femoro-tibiale laterale) e la superficie articolare della rotula (l'articolazione femoro-patellare). Numerosi fattori, quali ad esempio posizioni scorrette delle gambe (gambe a X o a O), fratture che hanno interessato la superficie articolare o in prossimità dell’articolazione del ginocchio e/ o lesioni alle strutture interne del ginocchio (menischi, legamenti crociati) possono influire in modo diverso sui vari compartimenti articolari, che subiscono quindi lesioni differenziali nel decorso successivo.

Altri metodi di trattamento, come misure conservative (ad esempio fisioterapia, terapia di movimento, farmaci, ecc.) oppure procedure chirurgiche (operazioni correttive, trapianto/ trasferimento di cartilagine) nel Suo caso sono state già sfruttate oppure non promettono risultati positivi. Per questo Le consigliamo, come già suggerito nei precedenti colloqui, l’impianto di una protesi di ginocchio.

 

1. Procedura operatoria

L’operazione viene eseguita in anestesia. Il tipo di anestesia più adatta a Lei (anestesia totale, anestesia periferica, ecc.) verrà stabilito nel corso di un colloquio personale tra Lei e l’anestesista incaricato.

Per minimizzare il sanguinamento e consentire una buona visione d’insieme sulla zona operatoria, l’afflusso di sangue alla gamba può essere impedito applicando il manicotto dello sfigmomanometro per la durata dell’intervento.

Dopo l’incisione cutanea e la preparazione delle parti molli hanno luogo l'analisi e la valutazione definitiva dei danni all'articolazione del ginocchio e delle condizioni della capsula articolare e dei legamenti stabilizzatori.In funzione di ciò, della Sua età, del Suo stato di salute e dei programmi e referti acquisiti già prima dell'intervento, scegliamo la procedura operatoria più idonea e il tipo di protesi ottimale per Lei.

Esistono numerosi modelli dei vari tipi di protesi. Noi le consigliamo il modello con cui lavoriamo abitualmente e con il quale abbiamo conseguito i migliori risultati. Discuteremo con Lei quale modello sia meglio impiegare nel Suo caso particolare.

 

Altre informazioni sono reperibili nel capitolo 2.2.3: Per favore puntare il pulsante qui

Informazioni dettagliate sull'impianto di una protesi con la tecnica minimale invasive e con il computer navigato sono disponibile come dati PDF su un articolo pubblicato recentemente sulla rivista internazionale "Orthopedic Clinics of North America":

"Minimally Invasive Computer-Navigated Total Knee Arthroplasty", Biasca N. et al., Volume 40, Issue 4, Pages 441-568, October 2009: Minimally Invasive Surgery in Orthopedic Surgery, Edited by N. Maffulli)

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1.1. Artroprotesi totale

1.1.1. Protesi di rivestimento

Per prima cosa si rimuove la superficie articolare interessata insieme ad un sottile strato osseo sia sul femore sia sul piatto tibiale. Dopo il preciso adattamento dei tagli (di norma mediante navigazione computerizzata) si ha l’applicazione e l’ancoraggio della protesi, in sostituzione delle componenti articolari rimosse sia sulla coscia sia sulla gamba.

1.1.2. Protesi nel canale midollare

In questo caso l’ancoraggio della protesi di rivestimento avviene mediante uno stelo, saldamente fissato alla protesi stessa, che viene inserito nel canale midollare della tibia e/ o del femore. Ciò è necessario soprattutto quando la sostanza ossea presente non garantisce, da sola, un supporto sufficientemente sicuro alla protesi.

1.1.3. Protesi parzialmente accoppiata

Talvolta, a causa di una lesione parziale dell’apparato legamentoso stabilizzatore, è necessario impiegare una cosiddetta “protesi parzialmente accoppiata”. In questo caso lo scivolamento delle componenti tibiale e femorale è guidato meccanicamente.

1.1.4. Protesi accoppiata

I componenti tibiale e femorale della protesi sono saldamente accoppiati mediante un meccanismo a cerniera o di rotazione. Ciò si rende necessario quando l’apparato capsulo-legamentoso presenta lesioni avanzate e non garantisce più alcuna stabilità.

1.1.5. Modello alternativo di protesi


1.1.6. Protesi della superficie posteriore della rotula

In caso di grave danneggiamento o lesione della superficie posteriore della rotula (cuscinetto radente della rotula) la sua parte posteriore può essere sostituita da una protesi.

Altre informazioni sono reperibili nel capitolo 2.2.3: Per favore puntare il pulsante qui

 

 

 

1.2. Protesi parziale

1.2.1. Protesi a slitta (protesi monocompartimentale) "Schlittenprothese"

Occasionalmente è possibile, in caso di lesione isolata di un compartimento articolare, sostituire solo questa parte (compartimento mediale o laterale femoro-tibiale). Anche in questo caso si asporta la superficie articolare danneggiata e la cosiddetta “protesi a slitta” viene applicata sulla porzione articolare interessata del femore e della tibia. Questa procedura non è tuttavia sempre consigliata, ma richiede determinati presupposti (se dovesse essere presa in considerazione per il Suo caso, ne discuteremo con Lei).

Altre informazioni sono reperibili nel capitolo 2.2.3: Per favore puntare il pulsante qui

 

 

2. Metodologie di ancoraggio

2.1. Protesi cementata

In questo caso il fissaggio della protesi sull’osso avviene mediante un materiale sintetico speciale a indurimento rapido (cemento osseo). Ciò consente di norma il caricamento precoce dell’arto. Questa é la tecnica che usiamo di norma nella nostra clinica.

2.2. Protesi senza cemento

Con questa metodologia i vari componenti della protesi vengono adattati con precisione nell’osso opportunamente preparato. Grazie a una speciale struttura superficiale del metallo il fissaggio avviene mediante una lenta “crescita” di tessuto osseo. Con questo procedimento può essere necessario non caricare l’arto operato per un tempo piuttosto lungo.

2.3. Protesi parzialmente cementata

In determinate situazioni i due metodi sopraccitati vengono combinati, ossia uno dei componenti viene cementato, mentre l’altro viene inserito senza cemento.

Altre informazioni sono reperibili nel capitolo 2.2.3: Per favore puntare il pulsante qui




 

3. Navigazione computerizzata

L’operazione viene eseguita avvalendosi di un sistema di navigazione computerizzata, con il quale è possibile raggiungere un grado di precisione notevolmente maggiore nel posizionamento dei vari componenti protetici. Tale sistema si basa su una tecnologia di guida a raggi infrarossi, e non comporta quindi un ulteriore carico di raggi X. Anche l’ulteriore dispendio di tempo, se presente, risulta minimo.

Per utilizzare questa metodologia è sufficiente posizionare due viti per ossa sul femore e un’altra vite per ossa sulla tibia, il che comporta l’esecuzione di tre altre incisioni cutanee, molto ridotte (Ulteriori informazioni sono reperibili sul sito: www.orthopaedie-samedan.ch).

In quasi tutti i casi è possibile combinare la navigazione computerizzata con una tecnica chirurgica mini-invasiva.

Nella gran parte dei casi è possibile prevedere con precisione già prima dell’intervento, quindi al momento del colloquio informativo, il tipo di protesi e la metodologia di ancoraggio. È tuttavia possibile che a volte durante l’operazione sia necessario adottare soluzioni diverse da quelle programmate.

Esprimendo il Suo consenso a modifiche o estensioni dell’intervento previsto che si rendano eventualmente necessarie o opportune, ci consentirà di eseguirle nel corso della stessa operazione e con la stessa anestesia, senza dover procedere a un nuovo intervento.

Altre informazioni sono reperibili nel capitolo 2.2.3: Per favore puntare il pulsante qui

 



4. Possibili rischi e complicanze di un impianto di protesi al ginocchio

Qualsiasi operazione comporta determinati pericoli e rischi. Le complicanze possono insorgere prima, durante e dopo l’intervento.

Oltre al rischio connesso all’anestesia (rischio per anestesia) esistono rischi generici, collegati a qualsiasi tipo di operazione, un rischio specifico connesso agli interventi per protesi di ginocchio, e infine il rischio individuale, personale, che dipende dalle condizioni del paziente a seguito di patologie pregresse.

I nostri colleghi anestesisti Le forniranno personalmente tutte le informazioni circa il rischio per anestesia in un colloquio dedicato, mediante un questionario e un foglio spiegazioni per il paziente.

(Ulteriori informazioni circa il reparto Anestesia dello Spital Oberengadin sono disponibili sul sito: www.spital-oberengadin.ch)

Le complicanze elencate di seguito comprendono prevalentemente i rischi generici connessi a un’operazione (cfr. Capitolo 4.1. Rischi generici in caso di operazione) e le complicanze specifiche relative a un intervento di protesi di ginocchio (cfr. Capitolo 4.2. Complicanze specifiche in caso di impianto di protesi di ginocchio).

 

4.1. Rischi generici in caso di operazione

Nemmeno le misure di preparazione o quelle eseguite durante o dopo l’intervento sono completamente esenti da rischi. Ad esempio, infusioni e iniezioni possono occasionalmente provocare infezioni (ascessi da iniezione), lesioni locali ai tessuti (necrosi) e/ o irritazioni/ infiammazioni venose nonché lesioni ai nervi (dolori, paralisi), generalmente temporanee, molto raramente permanenti.

Nonostante la massima cura con cui vengono prodotti il sangue conservato da donatore, i plasmaderivati e gli altri emoderivati, durante la loro trasfusione/ utilizzo non è possibile escludere completamente i rischi, in particolare di infezione, molto raramente a opera di virus dell’epatite (infiammazione del fegato) e in modo estremamente raro di virus dell’HIV (AIDS); talvolta anche da parte di agenti patogeni della BSE o della nuova variante del morbo di Creutzfeldt-Jakob, oppure da parte di agenti patogeni ancora sconosciuti.

Disturbi superficiali della cicatrizzazione e infezioni delle parti molli vengono di norma risolti senza problemi. Infezioni ossee e articolari sono rare; spesso richiedono trattamenti prolungati e ulteriori operazioni, a volte con la sostituzione o la rimozione della protesi. In caso di disturbi della cicatrizzazione o relativa predisposizione possono comparire dolorosi e inestetici esiti cicatriziali con decolorazioni cutanee (cheloidi); a causa di retrazione cicatriziale e capsulare si possono verificare limitazioni motorie. Con misure conservative (ad esempio pomate, massaggio a pressione) e/ o operazioni correttive si può tentare di migliorare tali fenomeni. Una sensazione di intorpidimento della pelle intorno alla cicatrice può permanere.

Calcificazioni delle parti molli a livello dell’articolazione operata possono provocare dolori e limitazioni motorie, in casi estremi rigidità articolare. Per l’asportazione delle calcificazioni può rendersi necessario un intervento chirurgico. Se per il Suo caso verranno prese in considerazione misure preventive o di trattamento farmacologiche o fisiche (ad esempio radioterapia), ne discuteremo con Lei.

Nonostante tutte le precauzioni, raramente nel corso dell’operazione possono venire danneggiati i vasi sanguigni, i tendini, i muscoli o i nervi adiacenti. La lesione di vasi sanguigni maggiori, ad esempio nella fossa poplitea, richiede di norma un’immediata emostasi chirurgica, in certi casi con interventi di ricostruzione dei vasi sanguigni. Non sono rari rigonfiamenti, emorragie secondarie ed ematomi estesi nella zona operata. Solitamente i drenaggi inseriti fanno defluire il sangue e le secrezioni dalla ferita. In singoli casi è necessario rimuovere chirurgicamente un ematoma esteso e inserire un nuovo drenaggio. Se viene leso un nervo, ne possono conseguire disturbi temporanei o molto raramente permanenti alla sensibilità, parestesie, dolori ai nervi o paralisi della gamba (ad esempio debolezza nel sollevare il piede). In caso di neurotomia, non sempre le conseguenze si possono eliminare con una sutura del nervo. Danni da compressione a nervi o parti molli con conseguenti disturbi alla sensibilità e, raramente, paralisi degli arti, così come danni alla cute e ai tessuti da perdita di corrente, calore (ad esempio materassini riscaldanti) e/ o disinfettanti, guariscono in genere spontaneamente. In alcuni casi possono però richiedere trattamenti prolungati. Non sempre si ottiene un recupero completo della funzionalità nervosa, e possono persistere cicatrici permanenti. Spesso durante l’operazione viene applicato il manicotto dello sfigmomanometro per arrestare il sangue: in rari casi ciò può causare danni alla cute e molto raramente paralisi.

Come dopo ogni intervento chirurgico, nelle grosse vene possono formarsi coaguli (trombosi), che, spostandosi, possono andare a ostruire vasi sanguigni (embolia). Come misura preventiva si è dimostrata utile la somministrazione di anticoagulanti (ad esempio iniezioni di eparina), che peraltro possono provocare un aumento della tendenza al sanguinamento e gravi disturbi alla coagulazione.

Anche piccoli frammenti di cemento osseo o particelle di tessuto o di grasso possono ostruire i vasi sanguigni. Qualora si verifichi un’embolia polmonare è necessario ricorrere alla terapia intensiva. Non è sempre possibile escludere la comparsa di limitazioni motorie (fino a rigidità articolare). È molto raro che non sia possibile risolvere queste infezioni e che sia a repentaglio la conservazione stessa della gamba.

Il temporaneo ridotto caricamento e il trauma operatorio a carico dell’arto operato indeboliscono la muscolatura, il tenore in calcio dell’osso e la motilità delle articolazioni adiacenti subiscono una riduzione. In rari casi si verifica un’eccessiva degradazione ossea, accompagnata da forti sintomi infiammatori e dolori acuti (sindrome di Sudeck). Queste conseguenze si risolvono solitamente con fisioterapia e/ o terapia farmacologica.

Raramente con l’introduzione della protesi si ha la rottura di un osso. I frammenti ossei devono poi essere eventualmente fissati mediante placche e viti, oppure tramite l’impianto di una protesi con stelo. Il sistema di ancoraggio previsto può quindi essere modificato.

In caso di allergie o ipersensibilità (ad esempio ad analgesici e anestetici, altri farmaci, disinfettanti, cemento osseo, leghe metalliche, Latex) possono manifestarsi effetti transitori come gonfiori, prurito, starnuti, eruzioni cutanee, capogiri o vomito e altre reazioni più lievi.

Non di rado i fumatori sono soggetti a notevoli disturbi nella cicatrizzazione dei tessuti e delle ferite.

Complicanze molto serie riguardanti le funzioni vitali (ad esempio il cuore, la circolazione, la respirazione e i reni) e danni permanenti (ad esempio deficit multiorgano, paralisi) sono molto rare.

RISCHI e COMPLICANZE elencate di seguito sono possibili, ma non tutti i RISCHI presentano lo stesso livello di probabilità:- Disturbi della cicatrizzazione - Cicatrici ed esiti cicatriziali - Ascessi – Indurimento dei tessuti – Disturbi della sensibilità/ sensazione di intorpidimento, di norma transitori, raramente permanenti – Shock circolatorio - Parestesie - Embolie - Setticemia – Sanguinamento – Lesioni ai vasi sanguigni – Lesioni ai nervi – Disturbi all’allungamento di un nervo - Trombosi – Infarto cardiaco – Edema polmonare - Polmonite – Insufficienza renale - Ischemia - Algia – Fratture ossee - Ematomi – Infezione da HIV/ epatite ad opera di sangue conservato contaminato, qualora il suo utilizzo sia stato necessario a causa di sanguinamento e non fosse disponibile sangue autologo – Malattie infettive – Infezioni batteriche – Ossificazione periarticolare (nuova formazione di tessuto osseo) – Dolori e limitazioni motorie a causa di ossificazione periarticolare.

 

4.2. Complicanze specifiche di un impianto di protesi al ginocchio

Complicanze a carico della ferita: gonfiore delle parti molli, versamenti intrarticolari al ginocchio, secrezioni dalla ferita, necrosi ai bordi della ferita (*).

In caso di interventi correttivi alla rotula (patella) e soprattutto in caso di sostituzione del cuscinetto  rotuleo con una protesi, si possono verificare disturbi all’alimentazione dell’osso, che possono provocare frattura della rotula o lo scollamento molto precoce dell’impianto rotuleo. La diversa tensione esercitata da muscoli e legamenti può raramente portare alla “fuoriuscita” della rotula dall’articolazione (lussazione). Talvolta è allora necessario un nuovo intervento (*).

Malfunzionamento dello scorrimento della rotula: cosidd. “Anterior knee pain” (dolore anteriore di ginocchio), instabilità della rotula, cosidd. “Patellar Maltracking” (malallineamento della rotula), fratture dell’osso rotuleo, allentamento dei componenti della rotula, cosidd. “Patellar clunk syndrome” (sindrome da scatto rotuleo), lacerazione dei muscoli vasti, rotture dei quadricipiti e/o dei tendini rotulei e avulsione della tuberosità tibiale (*).

Talora dopo l’intervento le gambe risultano di diversa lunghezza, soprattutto quando, in presenza di notevole danneggiamento dell'articolazione, è stato necessario rimuovere una grande porzione di osso. Di solito un tacco più alto o delle solette sono sufficienti per correggere il difetto. Qualora dopo alcuni anni la protesi si scolli o si verifichi un indebolimento del materiale, è generalmente possibile sostituirla. Ciò vale anche per fratture da sforzo delle ossa intorno alla protesi. Se dopo anni la sostanza ossea intorno alla protesi si altera, possono essere necessari estesi interventi chirurgici per un nuovo ancoraggio (*).

Lesioni ai nervi: lesioni del nervo peroneo, del nervo tibiale e/ o del nervo sciatico (*).

Danni ai vasi sanguigni: lesione di un vaso sanguigno, ad esempio arteria e/ o vena poplitea (*).

Infezioni: infezioni superficiali delle parti molli, infezione profonda che interessa i componenti della protesi ed eventuale conseguente scollamento, e quindi necessità di sostituzione della protesi (parziale/completa) (*).

Scollamento asettico dei singoli componenti della protesi (*).

Usura dei singoli componenti della protesi (*). Sviluppo di particelle di abrasione, usura del metallo, usura del polietilene ed eventuale necessità di sostituzione (*).

Malposizionamento e/ o disallineamento dei singoli componenti della protesi (*).

Instabilità della protesi: instabilità in flessione, instabilità globale, instabilità in rotazione (*).

Motilità ridotta (rigidità) della protesi (*).
       
Problemi meccanici dovuti ai componenti della protesi e/ o al cosidd. “Soft-tissue dysbalance” (squilibrio dei tessuti molli) (soprattutto in relazione a motilità, forza e stabilità): Cosidd. “oversized or undersized femoral component” (componente femorale sovra- o sottodimensionata), cosidd. “posterior placement of the femoral component” (collocazione posteriore della componente femorale), cosidd. “oversized or undersized tibial component” (componente tibiale sovra- o sottodimensionata), cosidd. “medial shift of tibial component” (spostamento mediale della componente tibiale), cosidd. “lateral shift of patellar component” (spostamento laterale della componente rotulea) (*).

Problemi di impingement: blocco della rotula, fibrosi perirotulea, disfunzione dei tendini poplitei, sporgenza della protesi, emartrosi abbondante (*).

Fratture nella zona adiacente la protesi (“fratture periprotesiche”): cosidd. “Notching” (intaccatura) della corticale dorsale del femore, frattura del femore sopracondilare (*).

Fattori relativi al paziente: preferenze, aspettative e soddisfazione irrealistiche da parte dei pazienti.

Frattura del materiale e usura della protesi (*).
      
Allergia al metallo (*).

(*eventuale necessità di intervento chirurgico e/ o rimozione o sostituzione della protesi (parziale/ completa)).




5. Successo terapeutico

Di norma grazie all’impianto di un’articolazione artificiale del ginocchio si riduce o si elimina il dolore e si ripristina una buona funzionalità dell’articolazione. A causa della complessità della struttura e del funzionamento dell’articolazione del ginocchio, nemmeno con la migliore articolazione artificiale è possibile ripristinare integralmente la funzionalità di un ginocchio naturale. In rari casi particolari il miglioramento può risultare minore del previsto  e il dolore può ricomparire o addirittura aumentare. Raramente è necessario rimuovere di nuovo la protesi e rinforzare l’articolazione del ginocchio. Con l’impiego di protesi accoppiate è possibile che, in funzione del grado di accoppiamento, il raggio di movimento e quindi il comfort di utilizzo e di camminata diminuiscano.

Altre informazioni sono reperibili nel capitolo 2.2.3: Per favore puntare il pulsante qui





6. Misure preoperatorie

In caso di interventi programmati il chirurgo decide se e quando, sotto il controllo del medico curante, gli anticoagulanti (Marcoumar®, Aspirina®, Plavix®, ecc.) devono essere sospesi o sostituiti con un altro farmaco. Poiché gli anticoagulanti in molti casi risultano di importanza vitale, possono essere sospesi o sostituiti solo su prescrizione medica.

(Si prega di considerare che molti preparati composti, in particolare gli analgesici, contengono principi attivi anticoagulanti. In caso di dubbio, prima dell’assunzione si consiglia di consultare il proprio medico curante).

Altre informazioni sono reperibili nel capitolo 2.2.3: Per favore puntare il pulsante qui





7. Misure postoperatorie

Nella fase postoperatoria iniziale Lei riceverà analgesici sufficienti, e di norma anche l’impianto di un catetere, per una terapia intensiva del dolore (foglio informativo sull’anestesia).

Queste misure consentono di eseguire importanti terapie di movimento passivo immediatamente dopo l’operazione. Il catetere spesso impedisce il pieno controllo della muscolatura della gamba interessata, quindi Lei dovrà alzarsi solo su indicazione e in compagnia del fisioterapista, per evitare il rischio di cadute.

Il tipo e l’estensione del caricamento e della mobilizzazione della gamba operata dipendono da vari fattori, e dovrebbero comunque essere eseguiti su indicazione del chirurgo responsabile.

In caso di forti dolori e/ o gonfiore alla gamba operata, limitazioni motorie in aumento, febbre (>38°), gonfiore nella zona della ferita e/ o disturbi della sensibilità (formicolio, sensazione di intorpidimento) informi immediatamente il Suo medico, anche se questi sintomi compaiono dopo la dimissione.

Se prima dell’operazione i farmaci anticoagulanti che Lei assumeva sono stati interrotti o sostituiti, il chirurgo deciderà in accordo col medico curante se e quando riprenderne la somministrazione.

Altre informazioni sono reperibili nel capitolo 2.2.3: Per favore puntare il pulsante qui


 

 

8. Documentazione

(Apporre una crocetta sulle caselle opportune, sottolineare i testi dove necessario e/ o completare i testi negli spazi previsti e firmare)

8.1. Colloquio informativo

Ho letto e compreso il foglio delle spiegazioni. Durante il colloquio informativo ho avuto la possibilità di porre tutte le domande che desideravo, ricevendo risposte esaurienti e comprensibili.

Ho ricevuto la parte informativa o una copia del foglio stesso, da conservare per mia informazione. Sono a conoscenza delle indicazioni sul comportamento e le rispetterò.

Note del medico circa il colloquio informativo:
_____________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________

L’urgenza dell’intervento, il tipo di procedura, i metodi di trattamento e le procedure alternative, il tipo e il modello di protesi e di ancoraggio, i rischi e le complicanze, le particolarità che potrebbero aumentare i rischi, eventuali interventi accessori e successivi, eventuali modifiche o estensioni della procedura in caso di necessità, eventuali misure successive che si rendano necessarie (terapia intensiva, riabilitazione) oltre a:
_____________________________________________________________________________
_____________________________________________________________________________

Data prevista per l’intervento: ____________________

 

8.2. Consenso

Previa approfondita riflessione acconsento a sottopormi all’intervento di impianto di protesi totale/parziale di ginocchio.

Localizzazione: destra / sinistra con una:

Protesi totale/ con sositituzione della rotula/ senza sostituzione della rotula

Protesi parziale


Con cemento / senza cemento


Sostituzione di una protesi "KTP Weechsel": simultanea implantazione di una protesi / impianto di una "Cementspacer"

Altro intervento: ______________________________


Acconsento all’analgesia, a modifiche o estensioni non previste dell’intervento originariamente programmato che si rendano necessarie o opportune solo durante l’intervento stesso, oltre che a interventi accessori di cui sorga la necessità.

 

Indicare eventuali misure particolari che si intende rifiutare:
_____________________________________________________________________________


Solo in caso di rifiuto dell’operazione: XX Non acconsento all’operazione proposta.

Le conseguenze di un probabile peggioramento, che si verificherebbe senza operazione, mi sono state illustrate:

 

Luogo, Data
____ ____ ____ ____ ____ ____

Paziente/ o assistente / o delegato/ o affidatario (*)
____ ____ ____ ____ ____ ____              


Medico  
____ ____ ____ ____ ____ ____



(* Nel caso la firma venga apposta da un solo genitore, con la sua firma tale genitore dichiara di essere l’unico affidatario o di agire in accordo con l'altro genitore)

 

 

(Accesso protetto da codice)

Questo collegamento é permesso solo al personale del reparto di ortopedia dell' Ospedale dell'Alta Engadina. Dieser Zugang ist mit einem Passowort geschützt und er ist nur für Mitarbeiter der Chirurgischen Klinik des Spitals Oberengadin zugänglich:


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Per ulteriori informazione sull'anestesia sarete informati personalmente dai colleghi del reparto di anestesia con un colloquio personale dopo la mia consultazione.

Ulteriori Informazioni sulla Clinica di Anestesia all'Ospedale dell'Alta Engadina, sotto la guida del Dr. Mark Brouwer (Chefarzt Anästhesie), Dr. Floris Tichler (Leitender Arzt) und Dr. Michael Stephan (Leitender Arzt), sono sul sito internet: www.spital-oberengadin.ch/Index

Für weitere Informationen über den sog. "Fragen- und Patientenaufklärungsbogen:
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