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Artrosi dell’articolazione dell’anca
Coxartrose
:

High-Tech in sala operatoria

-
Protesi totale dell’anca con la tecnica mini-invasiva
(MIS- HTP)

- Impianto di una protesi totale dell’anca con la tecnica mini invasiva e con il sistema di navigazione computerizzata

 

Indice

I. Introduzione sull'artrosi dell'anca (Coxarthrose)       

  • 1.1 Informazioni generali sulla coxartrose   
          
  • 1.2 Cos'é una coxartrose?

  • 1.3 Decorso della malattia         



II. La terapia della Coxarthrose           

     


I. Introduzione sull’artrosi dell’articolazione dell’anca (coxartrosi)
  
1.1 Informazioni generali sulla coxartrosi

Le articolazioni dell’anca sono le articolazioni del corpo umano che sostengono il maggior carico. A causa della posizione eretta dell’essere umano esse portano tutto il peso del tronco. L’articolazione dell’anca è formata dalla cavità cotiloidea (dal latino "acetabulum"= coppa per l’aceto, a causa della loro forma marcata) nell’osso iliaco e dalla testa del femore nell’osso del bacino.

Diversamente dall’articolazione del ginocchio, che è stabilizzata da legamenti, muscoli e dal menisco, l’articolazione dell’anca possiede una guida ossea, la cavità cotiloidea. Tanto la cavità cotiloidea quanto la testa del femore sono coperte da uno strato di cartilagine. Durante il movimento i due strati di cartilagine scivolano l’uno sull’altro e garantendo un movimento privo d’attrito. Inoltre, alcuni sistemi di legamenti forti fissano la testa del femore nella cavità cotiloidea. Un ruolo importante è giocato dalla muscolatura dei fianchi, che partecipa alla fissazione della testa del femore nella cavità cotiloidea, assicurando anche la posizione diritta del bacino e pertanto la posizione eretta su due gambe. Come ogni altra articolazione, l’articolazione dell’anca può funzionare in maniera ottimale soltanto quando tutti i suoi componenti sono sani. Una volta che l'articolazione è danneggiata sopraggiunge uno stato di logoramento.

In questo contesto è importante notare come, già a partire dal 30esimo anno di vita, in tutte le articolazioni del corpo umano sono riscontrabili dei cambiamenti che corrispondono al processo di invecchiamento in corso nel tessuto connettivo e di sostegno. Già a partire dal 40esimo anno di vita in metà della popolazione sono riscontrabili, nelle radiografie, dei cambiamenti degenerativi delle articolazioni (= cambiamenti dovuti al logoramento). Dal momento che mediamente noi esseri umani diventiamo sempre più vecchi, l’importanza delle malattie da logoramento aumenta sempre più. Ne risulta che ogni essere umano sviluppa delle artrosi. Nell’ortopedia il trattamento delle artrosi dell’articolazione dell’anca, chiamata anche coxartrosi, occupa una posizione sempre più significativa.


1.2. Cos’è una coxartrosi?

Si tratta di una malattia degenerativa dell’articolazione dell'anca che evolve per stadi. In questa, la cartilagine, che svolge un ruolo importante nel funzionamento dell’articolazione, si rovina sempre più. Espresso in modo esasperato, la mancanza di cartilagine comporta uno fregamento osso contro osso dell’articolazione in ogni movimento. Ciò comporta in secondo luogo un cambiamento dell’osso e dei mutamenti infiammatori della capsula articolare e delle parti molli circostanti.

Si distinguono le cosiddette artrosi primarie dalle artrosi secondarie. Fino ad oggi gli esatti meccanismi di insorgenza (= patogenesi) della coxartrosi primaria non sono stati ancora completamente chiariti. È certo che fattori multipli come posizione errata congenita, anomalie biochimiche e difetti genetici favoriscono l’insorgenza della coxartrosi. I più recenti lavori di ricerca in questo ambito mostrano che la posizione errata congenita dell’articolazione dell’anca, come la posizione errata di rotazione del femore (cosiddetta anti- risp. retroversione del collo del femore), la posizione errata della cavità cotiloidea (acetabolo) e la costruzione errata della forma del collo del femore o della cavità cotiloidea (displasia dell’anca) sono da considerarsi come le cause primarie della coxartrosi (per la localizzazione delle strutture anatomiche menzionate vedafig. 1).

Questa conoscenza è importante poiché, in caso di una diagnosi precoce, queste cause meccaniche possono essere risolte con operazioni cosiddette di mantenimento dell’articolazione e pertanto si evita un’artrosi dell'articolazione dell’anca, il che vuol dire che un eventuale successivo impianto di una protesi dell’anca non sarà più necessario. L’artrosi secondaria dell’anca può formarsi a causa di disturbi del metabolismo, carico errato dovuto a posizione errata nell’articolazione (per esempio "gambe a O") o disturbi genetici dell’accrescimento dell’articolazione (per esempio morbus Perthes ecc.), in seguito a incidenti (fratture ossee), infiammazioni o cambiamenti dovuti all’età .

  Abbildung 1: Primären Coxarthose: Während man den Knorpelzustand beim gesunden Hüftgelenk (A) am glatten, gleichmässig ausgeformten Gelenkspalt erkennt, ist der Gelenkspalt beim erkrankten Hüftgelenk (B) durch Knorpelverlust viel schmäler geworden oder

(Figura 1): Coxartrosi primaria:Mentre nell’articolazione dell’anca sana si riconosce lo stato regolare della cartilagine (A) nello lo spazio articolare interno regolare, lo spazio articolare interno dell’articolazione dell’anca malata (B) a causa della perdita di cartilagine è diventato molto più sottile o è addirittura scomparso.Si riesce inoltre a riconoscere bene la formazione di osteofiti, la deformazione della testa del femore, la sclerotizzazione e la formazione di cisti.

 

1.3 Decorso della malattia

Il decorso di una malattia articolare degenerativa evolve lentamente ed è suddiviso in diversi stadi, in base ai referti e disturbi del paziente. All’inizio della malattia c’è la perdita di elasticit? della cartilagine dell’articolazione dell’anca. Sulle radiografie si riscontrano i primi segni di una diminuzione dello spessore del tessuto cartilagineo (visibile in una ristrettezza dello spazio articolare interno). In questo stadio precoce della coxartrosi i pazienti spesso lamentano dolori in dipendenza di caricocarico e che nascono dalla stessa capsula dell’articolazione, ma possono anche partire dalle parti molli circostanti come muscoli, tendini e legamenti.

In caso di sovraccarico di un’articolazione si hanno delle contrazioni muscolari utili per il tessuto in pericolo. Dal momento che dolori dovuti a questa muscolatura possono senz’altro manifestarsi lontani dall'articolazione, la coxartrosi allo stadio iniziale viene spesso "mal interpretata" come "malattia reumatica". I cambiamenti permanenti dell’articolazione artritica sono visibili nella radiografia (veda figura 1).

Il secondo stadio della malattia è rappresentato dalla fissurazione nella cartilagine dell’articolazione stessa e da un addensamento della struttura ossea attiguo allo spessore di cartilagine (cosiddetta "sclerosi subcondrale", veda figura 1). A causa del danno alla cartilagine si formano delle azioni pressanti e taglienti ai margini dei corpi vertebrali che conducono allo sviluppo di neoformazioni ossee (cosiddetti "osteofiti"). Il secondo stadio è caratterizzato da dolori nell’articolazione dell’anca in caso di movimento. tIl dolore descritto dai pazienti in caso di movimento attivo proviene dalla muscolatura e dai punti di attacco dei tendini. Questo dolore è la manifestazione dell’irrigidimento e della durezza dei muscoli ed è infine reazione patologica della muscolatura (contrazione) di base. In questo stadio il dolore diminuisce quando l’articolazione è in uso. Per questo viene chiamato anche dolore "da riscaldamento", in quanto scompare dopo aver camminato per un breve tragitto.

Il terzo stadio è caratterizzato da una progressiva usura della cartilagine articolare, quindi la superficie che assorbe la forza diminuisce continuamente. Questo comporta che le ossa sotto i corpi vertebrali sollecitati al massimo regrediscono. Questo "osso" morbido non può più sostenere il carico. E pertanto sotto la pressione nell’osso si formano piccole cavità piene di liquido, le cosiddette cisti. Quando la cartilagine nelle zone articolari dell’anca è completamente consumata le ossa toccano una contro l’altra. Questo comporta il logoramento dell’osso. L’organismo umano "percepisce" questi cambiamenti patologici e cerca di contrastarli, incrementando la produzione di nuova sostanza ossea. Ma l’osso non può essere depositato l? dove serve, in quanto questa regione è costantemente sotto carico (per questo motivo, oltre che per la riduzione del dolore, si immobilizzano le fratture con un’ingessatura) e viene pertanto depositato in posti con meno carico, cioè al margine del corpo articolare. Questo comporta un incremento della formazione di osteofiti.

Il terzo stadio della coxartrosi è caratterizzato da dolori durante il riposo e limitazioni nel movimento dell’articolazione dell’anca colpita. Da una parte la limitazione del movimento è causata dalla reazione infiammatoria delle parti molli circostanti l’articolazione e dal loro accorciamento, dall’altra dalla distruzione e deformazione della stessa struttura articolare. A causa di questa deformazione si sviluppano delle posizioni errate delle spalle che limitano ulteriormente l’idoneità all’uso. A causa della diminuita idoneità all’uso della gamba e, pertanto, della mancanza di allenamento, regredisce anche la muscolatura con conseguente ulteriore diminuzione dell’idoneità all’uso. Tutti i fattori menzionati comportano infine un'instabilità dell’articolazione dell’anca artrosica, una cosiddetta articolazione vacillante. Nello stadio finale della coxartrosi può insorgere spontaneamente un’anchilosi dell’articolazione.

 

II. La terapia della coxartrosi

2.1 Terapia conservativa

Da un punto di vista terapeutico è innanzitutto importante distinguere se la coxartrosi è insorta a causa di qualità scadente del tessuto (cartilagine, tendini, legamenti) o in base a fattori puramente meccanici come postura errata delle spalle, malformazione congenita dell'articolazione dell'anca o sovraccarico. Nel caso in cui la causa dell’avvenimento artrosico poggi su fattori puramente meccanici, si può impedire un progredire dell’artrosi dell’anca eliminando le cause, che non sempre sono da cercarsi nella articolazione dell’anca stessa. Trovera ulteriori informazioni nel prossimo articolo.

Nello stadio iniziale della malattia si riesce a tenere bene sottocontrollo il dolore con delle terapie funzionali. Tra queste si possono menzionare la fisioterapia con l’obiettivo del miglioramento della funzione e forza muscolare, i massaggi contro le contrazioni muscolari e i trattamenti freddo/caldo. È ammessa la somministrazione di farmaci antidolorifici e antinfiammatori.

Quando questi metodi conservativi sono esauriti, cioè, quando il paziente soffre nonostante il trattamento, è limitato nella sua mobilità quotidiana e trova questa situazione intollerabile, allora è indicata una terapia operatoria, in cui il paziente stesso decide di impiantare una protesi.

Aberrazioni morfologiche dell’anca, contatti anomali tra femore prossimale e cercine acetabolare, che si verificano nell’ultima parte dell’escursione articolare, portano a lesioni a carico della rima acetabolare e/o dell’adiacente cartilagine acetabolare. Questo fenomeno di conflitto femoro-acetabulare è chiamato Impingement femoro-acetabolare (in Englese "Femoroacetabolar Impingement, FAI"), ed è più comunemente riscontrato in giovani adulti fisicamente attivi. Se non viene trattata la causa sottostante di conflitto, le prime lesioni condrali e del cercine continuano a progredire per esitare infi ne in processi degenerativi articolari.
Per ulteriore informazioni vi preghiamo di visitare il sito "Chirurgia conservativa dell'anca" p.f. puntare il pulsante qui

 



2.2 Terapia operatoria "L’endoprotesi dell'anca HTP"

2.2.1 Introduzione

Una protesi dell’anca (Hüft TP) è la sostituzione artificiale del corpo articolare. In una cosiddetta endoprotesi totale dell'anca, la glena malata viene sostituita con una glena artificiale. La testa e il collo del femore vengono asportati e sostituiti da una protesi. Quindi, l’articolazione malata viene completamente rimossa è pertanto anche la causa del dolore. Il primo obiettivo di una protesi è la liberazione dal dolore e il riacquisto del movimento dell’articolazione dell’anca. Sia i materiali che la procedura operatoria sono stati perfezionati in lunghi anni di esperienza, ma a causa di intense ricerche e sviluppi si hanno miglioramenti continui.

Lo spessore di 28 mm, il più usato in passato (veda figura 2) è un compromesso tra l’usura del materiale e una sufficiente stabilità. Lo sviluppo originale di polietilene resistente allo sfregamento premette un diametro più grande della testa del femore e della glena con sfregamento minore o come minimo uguale co n, migliore stabilità e un raggio di movimento più ampio. Accanto adun sempre discusso "miglior tipo di protesi" ci sono una serie di fattori probabilmente più importanti al fine di avere risultati positivi nel lungo periodo.

  Abbildung 2: Implantation einer Hüft Totalendoprothese (Hüft TEP) mit einer zementfreien Hüftpfanne.   So konnte in jüngster Zeit eine Hüftprothese entwickelt werden, die einen grösseren Durchmesser des Hüftkopfes und der Hüftpfanne aufweist (36mm, sieh

(Figura 2): Impianto di un’endoprotesi totale dell’anca (Hüft TP) con una glena senza cemento e con diafesi cementata della ditta Firma Zimmer.

Attraverso lo sviluppo e il miglioramento degli strumenti e dei materiali si è riusciti recentemente a sviluppare una protesi dell’anca che mostra un diametro maggiore della testa del femore e della glena (36 mm, veda anche figure 3 e 4), che assomiglia all’articolazione dell’anca. Ciò è stato possibile grazie ad un polietilene altamente resistente allo sfregamento.

 

A B C

(Figura 3): Esempio di una diafesi femorale Accolade® TMZF® senza cemento della ditta Stryker.

 



(Figura 4):
Esempio di una glena Trident Acetabular (immagine sopra al centro) con un inlay di polietilene spesso 36 mm (immagine sotto a sinistra) e una glena in ceramica spessa 36 mm (immagine sotto a destra) della ditta Stryker.

La dimensione del diametro della testa del femore è un elemento delicato per l’equilibrio tra lo sfregamento e l'usura del materiale e la mobilità risp. la stabilità nell'articolazione dell'anca. È pertanto importante sapere che un diametro simile a quello della testa naturale del femore offre una migliore stabilità e una maggiore mobilità.

La ricostruzione della geometria individuale dell’apparato motorio con protesi e una posizione della protesi correttamente scelti, il trattamento attento delle parti molli grazie a profonde conoscenze anatomiche e il moderno trattamento di cementificazione rappresentano alcuni dei fattori più importanti per questo successo.

Altre Informazioni sui prodotti della ditta Stryker Osteonics SA sono reperibili sul sito: http://www.stryker.com/myhsp/exercise/Orthopaedics/index.htm

 

2.2.2 Informazioni sull’operazione

Si può eseguire l’operazione in anestesia generale o parziale. L’anestesia parziale presenta il vantaggio, che il paziente interessato può seguire l’operazione, o può per esempio ascoltare musica con delle cuffie senza sentire dolore ed è meno dannosa per l’organismo, cosa che specialmente nei pazienti più anziani può giocare un ruolo determinante.

Dal momento che, a causa della natura della malattia, sono soprattutto i pazienti più anziani a sottoporsi all’impianto di una protesi dell’anca, è indicata una visita clinica approfondita ddal proprio medico di famiglia prima dell’operazione. Una sorveglianza post-operatoria nell’unità di cure intensive dopo l’intervento è indicata soltanto per pazienti che presentano malattie interne concomitanti.

Il ricovero ospedaliero dura di norma 2-6 giorni. Le misure di riabilitazione sono importanti e influenzano in maniera decisiva il decorso. L’obiettivo della riabilitazione è di allenare la muscolatura indebolita con l’aiuto di fisioterapisti specializzati. Già all’indomani dell'operazione il paziente viene messo in movimento con delle stampelle a pieno carico. Questa mobilità abbassa il rischio di complicazioni allo stesso modo di ginnastica regolare, calze a compressione e preparati emodiluenti.

Per prima cosa il paziente impara ad alzarsi dal letto e risedersi in maniera corretta. Anche movimenti quotidiani come salire le scale in maniera corretta vengono reimparati velocemente. Generalmente dopo alcune settimane i pazienti possono tornare nuovamente senza dollorealla loro vita abituale . Anche le attività sportive sono permesse, per quanto durante le prime settimane dopo l'intervento i carichi estremi sono naturalmente da evitare (come per esempio nuotare, andare in bicicletta, fare delle passeggiate, fare sci di fondo o ginnastica ecc.) Ulteriori informazioni si trovano nel capitolo 2.2.6 Informazioni sulla fisioterapia per pazienti con protesi totale al ginocchio.

 


2.2.3
Impianto mini-invasivo di un’endoprotesi dell’anca "MIS HTP con il sistema Stryker-Leibinger

La chirurgia minimamente invasiva (in inglese MIS = Minimally Invasive Surgery) permette l’impianto di un artoprotesi dell’anca con una piccola incisione della pelle e il massimo riguardo per le parti molli. Lo scopo principale di questo nuovo metodo operatorio è la riduzione del trauma chirurgico con un danneggiamento minimo dell’osso e delle parti molli.

Grazie a questa tecnica mini invasiva è inoltre possibile ridurre il taglio della pelle da 15-18 cm a 6-8 cm. Questo permette di rispettare maggiormente la muscolatura e i legamenti. Le conseguenze di questo nuovo metodo operatorio sono minori dolori postoperatori e una riabilitazione più rapida.

Questo nuovo metodo operatorio può causare però anche delle complicazioni pericolose quando l’intervento non è eseguito da un team fidato. A causa della stretta apertura, il chirurgo ha una vista limitata della zona dell’intervento e da ciò può risultare, in caso di valutazione errata delle condizioni, un posizionamento errato della protesi con malposizionamento e instabilità della glena e del gambo.

I vantaggi di questo metodo d’intervento non sono soltanto la riduzione del dolore postoperatorio, ma anche una più rapida riabilitazione postoperatoria e un caricamento più precoce dell'endoprotesi dell'anca. Lo stesso giorno dell’operazione il paziente è in grado di camminare a pieno carico con delle stampelle.

  Abbildung 3: Ein Patient A nach einem Beckenfraktur mit Entwicklung einer posttraumatischen sekundären Coxarthrose links. Präoperative Röntgenaufnahmen mit einem Beckenübersicht ap stehend. Dieses Stadium der Coxarthrose ist gekennzeichnet durch Schmerz A

JPEG Encoder Copyright 1998, James R. Weeks and BioElectroMech. B

(Figura 5): Esempio di un paziente (Pz A) con una coxartrosi secondaria da incidente a sinistra, dopo una frattura del bacino che 20 anni fa ha dovuto essere sistemata con un intervento chirurgico.Radiografie prima dell’intervento: visione del bacino AP in piedi (immagine A) e radiografia assiale dell’articolazione dell’anca sinistra (immagine B).




  Abbildung 4: Postoperative Röntgenaufnahmen (Beckenübersicht ap stehend) nach einer erfolgreichen Implantation einer Hüftprothese der Firma Stryker durch einen minimalen invasiven Zugang (Beispiel einer zementfreien Trident Acetabular Pfanne mit einem d A  B B

(Figura 6): Lo stesso paziente (Pz A) 2 giorni dopo l’intervento d’impianto di un’endoprotesi con accesso minimamente invasivo. Radiografie dopo l’intervento: visione AP del bacino in piedi (immagine A) e radiografia assiale sinistra (immagine B) dopo impianto di una glena Trident Acetabular senza cemento con un inlay di polietilene spesso 36 mm e un gambo femorale Accolade® TMZF® della ditta Stryker, a sinistra.

 

JPEG Encoder Copyright 1998, James R. Weeks and BioElectroMech. A
JPEG Encoder Copyright 1998, James R. Weeks and BioElectroMech. B JPEG Encoder Copyright 1998, James R. Weeks and BioElectroMech. C

(Figura 7): Esempio di un paziente (Pz B) con una coxartrosi bilaterale. Radiografie prima dell’intervento: visione del bacino AP in piedi (immagine A) e radiografia assiale dell’articolazione dell’anca destra (immagine B) e dell’articolazione dell’anca sinistra.

 

JPEG Encoder Copyright 1998, James R. Weeks and BioElectroMech. A

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(Figura 8): Lo stesso paziente (Pz B) 2 giorni dopo l’intervento d’impianto di un’endoprotesi dell’anca con accesso minimamente invasivo a sinistra. Radiografie dopo l’intervento: visione AP del bacino in piedi (immagine A) e radiografia assiale sinistra (immagine B) dopo impianto di una glena Trident Acetabular senza cemento con un inlay di polietilene spesso 36 mm e un gambo femorale Accolade® TMZF® della ditta Stryker, a sinistra.

 

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(Figura 9): Lo stesso paziente (Pz B) 2 giorni dopo l’impianto di un’endoprotesi dell’anca con accesso minimamente invasivo anche a destra. Radiografie dopo l’intervento: visione AP del bacino in piedi (immagine A) e radiografia assiale destra (immagine B) dopo l’impianto di una glena Trident Acetabular senza cemento con un inlay di polietilene spesso 36 mm e un gambo femorale Accolade® TMZF® della ditta Stryker, a sinistra.

 

2.2.4 Riprese video postoperatorie

Nelle successive riprese video è possibile vedere alcuni esempi dopo l’impianto di un’endoprotesi dell’anca con la tecnica minimale invasiva "MIS HTP". Desidero qui ringraziare ancora una volta i singoli pazienti per la gentile concessione).

- Paziente A: 2 giorni dopo l’impianto di un’endoprotesi dell'anca minimamente invasiva sinistra (veda figure 5 e 6).
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- Lo stesso paziente A: 4 giorni dopo l’impianto di un’endoprotesi dell'anca minimamente invasiva sinistra.
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- Lo stesso paziente A: 3 settimane dopo l’impianto di un’endoprotesi dell'anca minimamente invasiva sinistra
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- Paziente B: Lo stesso giorno dell’intervento dopo l’impianto di un’endoprotesi dell'anca minimale invasiva destra e 3 mesi dopo l’impianto di un’endoprotesi dell'anca minimamente invasiva sinistra (veda figure 7 – 9).
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- Lo stesso paziente B: 4 giorni dopo l’impianto di un’endoprotesi dell'anca minimale invasiva destra e 3 mesi e 4 giorni dopo l’impianto di un’endoprotesi dell'anca minimamente invasiva sinistra.
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- Lo stesso paziente B: 3 mesi dopo l’impianto di un’endoprotesi dell'anca minimale invasiva destra e 6 mesi e dopo l’impianto di un’endoprotesi dell'anca minimamente invasiva sinistra
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- Paziente C: 3 settimane dopo l’impianto di un’endoprotesi dell'anca minimamente invasiva sinistra.
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- Paziente D: 4 giorni dopo l’impianto di un’endoprotesi dell'anca minimamente invasiva sinistra.
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- Paziente E: 3 settimane dopo l’impianto di un’endoprotesi dell'anca minimamente invasiva sinistra.
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- Paziente F: 2 giorni dopo l’impianto di un’endoprotesi dell'anca minimamente invasiva sinistra.
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- Lo stesso paziente F: 4 giorni dopo l’impianto di un’endoprotesi dell'anca minimamente invasiva sinistra.
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- Paziente G: 3 settimane dopo l’impianto di un’endoprotesi dell'anca minimamente invasiva sinistra.
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2.2.5 Impianto di un’endoprotesi dell’anca con la tecnica minimamente invasiva "MIS" HTP e con la tecnica computer-navigata con il sistema Stryker-Leibinger

Desideriamo parlare un po’ più dettagliatamente della posizione giusta della protesi, perché anche nell’endoprotetica dell’anca i sistemi computerizzati di oggi aiutano il chirurgo nell’impianto della protesi.

È facilmente immaginabile come, nella sostituzione di un’articolazione del corpo umano, la nuova articolazione in quanto parte di un sistema complesso di ossa, legamenti e muscoli deve essere posizionata in maniera molto precisa per evitare complicazioni come lussazioni, mobilità ridotta, dolori e logoramento precoce.

Fino ad oggi, il chirurgo dipendeva dalla sua esperienza e da alcuni aiuti orientativi. Con l’aiuto dei sistemi dei navigazione messi a punto dalla ditta Stryker-Leibinger i componenti della protesi dell’anca potranno in futuro essere posizionati con precisione, cos? come nella navigazione del ginocchio. Durante l’operazione, sulla base dei punti anatomici, viene trasmessa al sistema computerizzato una immagine dell’articolazione dell’anca con la gamba del paziente.

Alcuni strumenti per l’impianto assistito da navigazione computerizzata di un endoprotesi dell’anca minimamente invasiva con il sistema Stryker-Leibinger.

  Das Navigationsgerät der Firma Stryker –Leibinger mit einer Kamera und einem Infrarot-Empfänger. Das Gerät wandelt alle Daten mit speziellen Algorithmen um und stellt sie auf dem Bildschirm für den Operateur dar.
Il navigatore della ditta Stryker-Leibinger ha una camera e un ricevitore a raggi ultrarossi. L’apparecchio trasforma tutti i dati in un particolare algoritmo per poi rappresentarli sullo schermo per il chirurgo.

 

1A

2 B

 C C
Il "pointer". Dal tavolo operatorio il chirurgo dirige il navigatore con questo apparecchio (immagine A) e riesce a digitalizzare i singoli punti anatomici (immagine B e C).

 

  Die "trackers": Sie kommunizieren mit der Infrarotkamera des Navigationssystems und sie melden die Position des Beckens (blau) und des Beines (grün) im Raum.
I "trackers". Essi comunicano con la camera a raggi infrarossi del navigatore e mostrano la posizione del bacino (blu) e della gamba (verde).

 

  Die Fixation des Trackers am Becken mit einem Ortholock. Dies bestimmt die Position des Beckens im Raum.  

La fissazione del tracker al bacino viene eseguita con un Ortholock. Questo determina la posizione del bacino nello spazio.

 

 Die Fixation eines Trackers am Becken (blau) und eines Trackers am Bein (grün) an einem Modell. Beide Trackers bestimmen die Position des Beckens und des Beines im Raum.

Fissazione di un tracker al bacino (blu) e di un tracker alla gamba (verde) su un modello. Entrambi i tracker determinano la posizione del bacino e della gamba nello spazio.

Sulla base di questi dati si calcolano gli assi di carico e la posizione ottimale della protesi per tutti e tre i livelli. In seguito, questi dati vengono mostrati al chirurgo (immagine 10).

1 A
2 B
(Immagine 10) In base ai dati ottenuti dal computer, il chirurgo può aprire con la fresa la posizione della glena nell'anteversione e inclinazione desiderata (Foto A) e successivamente impiantare definitivamente (foto B).


Con l’aiuto di questi calcoli, il chirurgo riesce a posizionare la protesi con precisione. Occorre sottolineare come l’esperienza del chirurgo sia indispensabile, in quanto il sistema di navigazione rappresenta soltanto uno strumento di misurazione/ausiliario per il chirurgo, per potersi orientare meglio nello spazio tridimensionale, ma l’intervento viene sempre eseguito dall’ortopedico. Un altro vantaggio è che con l’aiuto del sistema di navigazione il chirurgo può avere riguardo per le parti molli come muscoli e tendini, in quanto durante l’operazione deve "liberare" meno strutture per potersi orientare. In vista della cosiddetta endoprotetica minimamente invasiva questo rappresenta un fattore importante.

Riassumendo, la navigazione computerizzata è un mezzo efficiente ed economico per impiantare la protesi in una posizione ottimale. Attraverso il posizionamento preciso della protesi si evitano il dolore, si prolunga la vita delle protesi e non ultimo, nel lungo periodo si avranno notevoli risparmi finanziari per il sistema sanitario.
Tuttavia, un sistema di navigazione computerizzato è di grande aiuto, ma non sostituirà mai un chirurgo esperto.

Grazie al supporto del navigatore, il chirurgo esperto è in grado di regolare la posizione della glena e del gambo anche attraverso questo accesso stretto e si può pertanto raggiungere una migliore stabilità della protesi.

Questo nuovo metodo operatorio non richiede ulteriori accertamenti radiologici o di tomografia computerizzata, e con una certa esperienza si riesce anche a ridurre il tempo di durata dell’intervento.

La riabilitazione cos? come la durata del ricovero del paziente saranno più brevi, mentre la durata della protesi si allunga. Questo è possibile soltanto quando la protesi è impiantata anatomicamente in modo perfetto. Piccolissimi cambiamenti possono causare dolori cronici, una lussazione dell’anca e un precoce allentamento della protesi, che a loro volta renderanno necessaria una sostituzione precoce della protesi e di conseguenza costi elevati.

In quest’ottica, la navigazione computerizzata comporterà in futuro una riduzione dei costi per la sanità, sebbene la navigazione computerizzata non potrà mai essere in grado di sostituire l'esperienza del chirurgo.

 

 

2.2.6 Informazioni sulla fisioterapia per pazienti dopo l'imianto di protesi totale dell’anca con la tecnica minimale invasiva

Nelle seguenti istruzioni desideriamo offrirLe la possibilità di gestire in modo indipendente la Sua vita quotidiana dopo l’operazione e di migliorare la Sua mobilità.
Dovrebbe tener conto di queste indicazioni per un periodo di 2-3 settimane dopo l’operazione.


Qui potete leggere e scaricare come documento di PDF ulteriori informazioni piu' approfondite sulla reabilitazione fisioterapeutica dopo l'impianto di una protesi dell'anca con la tecnica minimamente invasiva :

Cliccare cortesemente qui

 

 

Il giorno d’ingresso

La sera riceverà la visita di un terapeuta del nostro team di fisioterapia. Le farà delle domande sulla storia precedente della Sua anca. La Sua anca sarà controllata in relazione alla mobilità, Le saranno sistemate delle stampelle e riceverà le prime istruzioni su come camminare con le stampelle e su come salire le scale.

Inoltre Le saranno mostrati degli esercizi di respirazione, che dopo l’intervento dovranno consentire una respirazione più profonda per evitare possibili complicazioni (per esempio polmonite).


Il giorno dell’operazione

Dopo l’operazione verremo a visitarLa per ripetere con Lei gli esercizi di respirazione. Dovrebbe farli ogni ora almeno 5 volte.

Informazioni generali

Il pieno caricamento della gamba operata è permesso sin dal principio. Si potranno eseguire anche tutti i movimenti quotidiani, finché questi non causano dolore.

Fasciatura

La gamba operata viene fasciata fino all’anca, in modo che non si gonfi nel sedersi e nell’alzarsi.

Scendere dal letto

Si sostenga con ambedue gli avambracci. Scivoli fino al bordo del letto. Aiuti la gamba operata con quella sana. Si giri lentamente e scivoli in avanti sul bordo del letto, fino a quando ambedue i piedi sono a terra.

1       

2

Importante: si lasci aiutare nel mettere le scarpe fino a quando è necessario. Metta avanti il piede della gamba operata, si alzi appoggiandosi con tutte e due le mani sul letto. Le stampelle devono sempre essere a portata di mano in caso di bisogno.

Andare a letto

Metta la gamba operata in avanti. Si sieda sul bordo del letto. Si appoggi con ambedue le mani e scivoli indietro. Adesso con l’aiuto della gamba sana può alzare quella operata.

Ins Bett steigen  Stellen Sie das operierte Bein nach vorne. Setzen Sie sich an den Bettrand. Stützen Sie sich mit beiden Händen ab und rutschen Sie nach hinten. Nun können Sie mit Hilfe des gesunden das operierte Bein abheben.                              

 

Alzarsi e sedersi

Metta il piede della gamba operata in avanti, si appoggi sulle mani e si alzi. Attenzione: pericolo di caduta se ci si appoggia soltanto su un lato. Si appoggi sempre con ambedue le mani fino a quando è in piedi e ha raggiunto una posizione sicura. Anche qui, tenga le stampelle sempre a portata di mano in caso di bisogno.

Aufstehen und Hinsetzen  Den Fuss der operierten Seiten nach vorne stellen, mit Hilfe der Hände stützen und aufstehen. Achtung Kippgefahr bei einseitigem Abstützen, darum immer mit beiden Händen abstützen bis zum sicheren Stand. Auch hier die Stöcke bei B

 

Stare seduti

Se stare seduto per un tempo prolungato Le crea difficoltà può usare un cuscino per avere sollievo. Prediliga dei posti a sedere più alti e più duri rispetto a quelli più bassi e più morbidi. Sul gabinetto può eventualmente usare un anello mobile.

Camminare con le stampelle

Metta entrambe le stampelle in avanti contemporaneamente, in seguito posizioni la gamba operata tra le stampelle. Carichi la gamba soltanto fino al punto in cui questo non causi dei dolori più forti.

Laufen mit Stöcken  Die Stöcke gleichzeitig nach vorne stellen und dann das operierte Bein zwischen den Stöcken positionieren. Belasten Sie das Bein nur so viel, dass die Schmerzen nicht verstärkt ausgelöst werden.     Als Übergang zur Vollbelastung nehme

Provvisoriamente, fino al carico pieno della gamba operata, muova contemporaneamente in avanti la stampella destra con la gamba sinistra e la stampella sinistra con la gamba destra.


Salire e scendere le scale con le stampelle

Nel salire le scale, per prima si va avanti con la gamba sana, mentre la gamba operata e le stampelle seguono.

Nel scendere le scale le stampelle precedono insieme alla gamba operata.

Se si appoggia ad una ringhiera la successione di gambe e stampella rimane la stessa.

1   

2    

3

 

Raccogliere un oggetto da terra

Spinga l’oggetto che si trova a terra con l’aiuto per esempio della Sua stampella fino a una sedia o un mobile. Si appoggi con una mano sulla sedia o sul mobile, stia sulla gamba non operata, pieghi il tronco in avanti e metta contemporaneamente indietro la gamba operata con il ginocchio piegato.

Gegenstand vom Boden aufheben  Schieben Sie den am Boden liegenden Gegenstand zum Beispiel mit Hilfe Ihres Stockes zu einem Stuhl oder Möbelstück. Stützen Sie sich mit einer Hand auf dem Stuhl oder Möbelstück ab, stehen Sie auf dem nicht operierten Bein,


Salire e scendere dalla machina (come passeggero)

Spinga leggermente il sedile indietro con lo schienale inclinato il più possibile, si sieda indietro sul sedile e metta allo stesso tempo la gamba operata in avanti. Giri il tronco insieme alla gamba operata verso l'interno della machina, alzando la gamba operata con le mani se necessario.

Auto ein- aussteigen (als Beifahrer)  Schieben Sie den Sitz mit leicht schräggestellter Rückenlehne so weit wie möglich nach hinten, setzen Sie sich rückwärts auf den Sitz und nehmen Sie dabei das operierte Bein nach vorne. Drehen Sie den Oberkörper zusam

 

Vestirsi

Se non ha dolore e ha una mobilità sufficiente si vesta e si spogli come fa abitualmente.
Altrimenti si eserciti prima con il personale di assistenza e con il fisioterapista. Quando si veste, inizi sempre con la gamba operata.

Scarpe

Noi raccomandiamo scarpe chiuse, possibilmente le suole dovrebbero essere antisdrucciolo (non suole di cuoio). E consigliabile usare stringhe elastiche per calzature o scarpe con chiusura adesiva a strappo. Per mettere le scarpe usi un calzascarpe con manico lungo.

Igiene del corpo

Per le prime 2-3 settimane dopo l’intervento usi possibilmente la doccia con un tappetino antisdrucciolo o altrimenti si lavi nel lavandino.
Può lavare la gamba operata usando una spugna con un manico lungo o una spazzola per la schiena sulla quale infilare un guanto da toletta. Per asciugarsi Le conviene prendere un asciugamano lungo.

Calore

Contro gli irrigidimenti, per il recupero e come supporto alla guarigione si consiglia di applicare localmente del calore all’altezza dei glutei o nella parte inferiore della schiena.

Vita sessuale dopo l’operazione all’anca

Durante le prime 2-3 settimane dopo l’operazione una vita sessuale nel quadro delle misure di prudenza sopra menzionate è possibile. Non forzi nulla, la posizione da Lei scelta non dovrebbe essere dolorosa. Lasci che sia il partner ad essere attivo.

Noi la sosterremo con numerose misure fisioterapeutiche (per esempio tecniche muscolari detonificanti, stiramenti ecc.) per ottenere una rapida guarigione della ferita possibilmente senza irritazioni e dolori. In questo senso Le auguriamo una buona terapia postoperatoria. Se non Le è chiaro qualcosa o se ha ancora delle domande, il fisioterapeuta competente sarà lieto di darLe delle informazioni.

P.S. Ulteriori informazioni sull’impianto di protesi del ginocchio minimamente invasive con navigazione computerizzata o anche su ulteriori trattamenti del reparto ortopedico-traumatologico di medicina sportiva dell’ospedale Oberengadin si trovano sul sito internet:
www.orthopaedie-samedan.ch
www.orthopaedie-samedan.ch

4th International Practical MIS Knee Navigation –
and MIS Hip – Training Course
11 – 13 gennaio 2007

http://www.orthopaedie-samedan.ch/navievent.html


4th International Practical MIS Knee Navigation –
and MIS Hip – Training Course
11th – 13th January 2007

http://www.orthopaedie-samedan.ch/navievent.html

 

 



Artrosi dell'articolazione dell'anca
Coxarthrose:

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